I dati del software gestionale farmacia sono del farmacista o della software house?

Entro in una farmacia di un collega e mi mostra i dati di analisi degli ordini diretti: chiude le finestre del software gestionale ed apre un foglio Excel. Io: “Perché gestisci con i fogli di calcolo?” Lui: “Se li gestissi col software gestionale farmacia sarebbe difficile estrarli”.

In un’altra occasione chiedo a due concessionari di una software house della possibilità di estrarre i dati della vendita al banco. Uno risponde che “non è possibile”, l’altro non risponde.

Alcuni colleghi si mostravano irritati del fatto di avere difficoltà a localizzare il file XML generato per l’invio alla piattaforma esterna di gestione delle fatture elettroniche PA.

Poi, vado online, acquisto un qualsiasi software con modalità “Saas” – Software as a service – e con due click è possibile importare od esportare l’impossibile.

La domanda sorge spontanea: perché vi è difficoltà nell’esportare o importare i dati da e verso il software gestionale farmacia? Che sia un CSV, un foglio di lavoro o qualcosa di più complesso?

Contestualmente, perché questi dati sono blindati, segregati da un lato e dall’altro inviati a società esterne di analisi e gestione dei dati, con maggiore facilità rispetto a quella che il farmacista stesso ha di mettere mano agli stessi?

Mi riferisco a:

  • estrazione dati di vendita
  • estrazione dati di acquisto
  • estrazione dati di riepilogo degli andamenti prodotti (quantitativi e qualitativi)
  • estrazione dati di tariffazione
  • ..
  • .

Viene tolta – nella maggior parte dei casi – al farmacista pagante e alla propria attività, la possibilità di poter gestire, analizzare e manipolare i dati provenienti all’attività quotidiana con strumenti esterni al software gestionale farmacia.

Senza dubbio molti software gestionali farmacia non erano stati concepiti per l’attività di import/export dati, un pò perché non c’era bisogno di accedere alle conoscenze dei numeri, un pò per rendere difficile la vita nel cambiare software gestionale.

Questa limitazione all’accesso del patrimonio informativo della farmacia:

  • Che tipo di ripercussioni ha sull’attività sia quotidiana che strategica della farmacia?
  • Porta beneficio alla gestione dei processi organizzativi?
  • Porta beneficio alla comprensione e allo sviluppo della propria attività?

Ecco allora che i farmacisti dovrebbero domandarsi, prima di scegliere il software gestionale farmacia: che facilità di accesso si ha nella gestione dei propri dati?

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Alfonso Di Stasio
Alfonso Di Stasio
Founder di FarmaciaVirtuale.it, negli anni ho sviluppato competenze in ambito farmaceutico retail, con particolare attenzione agli aspetti operativi e gestionali della farmacia. A distanza di alcuni anni dalla laurea in farmacia, ho perfezionato la mia carriera con gli studi in Scienze della comunicazione. Oggi sono Pharma communication specialist e aiuto aziende e stakeholder del pharma a comunicare ai rispettivi target di riferimento.

4 COMMENTI

  1. Ogni Azienda, quindi anche la Farmacia, ha il diritto a registrare, quantificare, analizzare e profilare la propria attività per il sacrosanto dovere che ha ogni imprenditore nei confronti della propria impresa, per la soddisfazione delle attese della titolarità stessa (profitto, sviluppo, azioni correttive, previsioni, badgetting, margini gestionali, ecc.), e per la continuità e insistenza dell’azienda sul mercato. Per tanto, se da un lato è necessario un gestionale “efficiente ed efficace”(per i motivi da tutti conosciuti), dall’altro quest’ultimo deve dare la possibilità al gerente di poter conservare ed elaborare, su supporti applicativi diversi, tutti i dati gestiti nella propria attività. Ogni avversa condizione, a mio parere, dovrebbe essere considerata una lesione al diritto imprenditoriale del farmacista, ovvero una limitazione “imposta” su ciò che tecnicamente è una riconosciuta “proprietà materiale” del titolare dell’impresa.

  2. Un tema molto delicato soprattutto per le verità non dette che le software house non amano argomentare ad alta voce.
    Il dato è certamente del farmacista e non serve grande sensibilità tecnologica per arrivare alla determinazione che molto spesso le limitazioni nell’import/export non sono più dovute a vincoli progettuali antiquati ma a fattori di altra natura.
    Il nostro studio dialoga costantemente su questi temi con le software house ed otteniamo risposte (non da tutti) che appartengono a visioni licensing del passato.
    Pubblicheremo a breve uno scambio di email con una nota software house in cui si parla del dato del farmacista e di come viene trattato commercialmente, in altre parole esportato dietro compenso (con l’autorizzazione del farmacista si intende) ma pur sempre venduto.
    Credo sia necessario acquisire la giusta sensibilità sull’argomento inquanto ad oggi il problema non è a mio avviso percepito ed anzi il farmacista subisce silenziosamente richieste economiche importanti per le esportazioni dei suoi dati verso “sottosistemi” del gestionale stesso.
    Un esempio fra tanti sono i “moduli” dei gestionali che esportano dati per gli ecommerce che ho visto tranquillamente arrivare fino a 800 euro l’anno oltre i canoni ordinari.

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