Ristrutturarsi in una fase precoce: come evitare l’insolvenza e proseguire l’attività

Il progetto di riforma dell’attuale legge fallimentare ha recepito la Raccomandazione n. 2014/135/UE sviluppata con l’ottica di consentire alle imprese sane in difficoltà finanziaria di ristrutturarsi in una fase precoce, per evitare l’insolvenza e proseguire l’attività.

Troppe volte l’imprenditore non comprende di attraversare una crisi, spesso a causa dell’inesistenza o inadeguatezza di sistemi di controllo interno, monitoraggio e pianificazione che invece consentirebbero di adottare tutti i provvedimenti per evitare la morte dell’impresa.

Non volendo entrare nel merito della riforma, che magari potremmo rinviare a successivo approfondimento, ci limitiamo ad esporne alcuni tratti essenziali.

Aspetto sicuramente interessante è che il legislatore ha previsto la nascita di organismi che hanno il compito di trovare un accordo tra l’imprenditore e i suoi creditori; essi si attivano su iniziativa del debitore oppure su impulso dei principali creditori istituzionali (es. Agenzia delle Entrate, INPS, Agenzia della Riscossione ex Equitalia) che, con la nuova riforma, saranno obbligati a inviare all’imprenditore segnali di ALLERTA della crisi (es. segnalando il raggiungimento di una debitoria particolarmente consistente). Qualora quest’ultimo non dovesse rimediare a questa situazione di pre-crisi trovando una soluzione entro tre mesi dalla segnalazione, i creditori istituzionali dovranno informare delle circostanze l’Organismo il quale nominerà autonomamente un collegio, composto da tre esperti, che convocherà l’imprenditore per cercare di arrivare a una soluzione entro sei mesi.

Le segnalazioni potranno arrivare anche dagli organi di controllo (revisori e sindaci) presenti nelle S.r.l. che superano alcuni limiti dimensionali1.

Se il debitore, invece, dovesse attivare volontariamente l’Organismo per trovare un accordo con i suoi creditori si vedrebbe riconoscere degli incentivi (es. una congrua riduzione degli interessi e delle sanzioni correlati ai debiti fiscali dell’impresa).

In questo nuovo quadro normativo risulta indispensabile per ogni azienda creare una struttura di controllo interno e monitoraggio adeguata, gestita da professionisti in grado di segnalare la criticità per tempo, onde evitare che i terzi (creditori istituzionali e organi di controllo) possano inviare segnali di ALLERTA agli Organismi e indirizzare l’imprenditore, che non riesce a trovare un accordo con i creditori, alla fase di liquidazione della sua azienda. Esistono, infatti, diversi strumenti di prevenzione della crisi, come gli accordi di ristrutturazione dei debiti, i piani attestati di risanamento e il concordato preventivo, che con la recente riforma sono stati resi più accessibili.

Quindi, anche se brevemente, abbiamo visto come anche il legislatore inizi a sottolineare la necessità di adeguare il sistema di gestione interno alle aziende.

Già in passato abbiamo sottolineato la necessità di a pensare alla farmacia come ad un’azienda, capace quindi di dotarsi di validi strumenti di monitoraggio che consentano di definire in maniera precisa gli obiettivi e le strategie di medio/lungo periodo attraverso un controllo costante e puntuale dell’attività.

Claudio Sica

  1. A) attivo stato patrimoniale: 2 milioni di euro; b) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 2 milioni di euro; c) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 10 unità.

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Claudio Sica
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Claudio Sica è commercialista e consulente aziendale specializzato in controllo di gestione, pianificazione delle risorse d'impresa, costruzione di business Plan, finanza agevolata e cofidi. Grazie alla collaborazione di figure professionali specializzate in diversi ambiti, supporta aziende del settore farmaceutico ed in particolare farmacie e parafarmacie.

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