La Nota 97 e la Nota 100 hanno determinato un considerevole aumento di volumi di farmaci dispensati attraverso il canale Dpc e un conseguente aumento di piani terapeutici depositati in farmacia. A mio avviso, è necessario promuovere quanto prima la completa trasformazione di questi piani terapeutici e schede di prescrizione da cartacei a digitali.
Come già descritto negli articoli precedenti, ci troviamo di fronte a una fase di transizione per quel che riguarda le schede di prescrizione elettroniche con protocollo Fanv per i farmaci in Nota 97. Al fine di ottenere una auspicata semplificazione della pratica dispensativa dei farmaci Nao, ritengo molto utile che il farmacista possa, in un futuro prossimo, avere visione delle confezioni di farmaci dispensate con la scheda di prescrizione elettronica, oltre che poter visionare solo il numero e la data di scadenza di quest’ultima, così da poter mantenere la cosiddetta presa in carico del paziente.
Per di più, al fine di mantenere un servizio ottimale di dispensazione dei farmaci in Dpc, in virtù di un aumento notevole di volumi, risulta avere un ruolo chiave il ministock in farmacia.
Esso è costituito da una serie di farmaci, inseriti in lista Dpc contraddistinti da un fustello “confezione ospedaliera”, che sono sempre presenti in farmacia e vengono riassortiti dal distributore intermedio in modalità automatica, in funzione del volume di uscita giornaliero. Tale piccolo stock risulta di fondamentale importanza per garantire la continuità terapeutica al paziente e per evitare quanto più possibile la consegna in urgenza in convenzionata.
Premesso che non riuscirei a immaginare una pratica dispensativa di farmaci in Dpc senza il ministock e dato che era già presente nelle farmacie del territorio romagnolo quando ho iniziato a lavorare nel 2018, sono rimasto a dir poco sorpreso nello scoprire che in molte regioni italiane non sia presente. Ho generato allora un piccolo form con poche semplici domande sul ministock e sulla valutazione del farmacista nei confronti di quest’ultimo, e ho somministrato questa survey a colleghi conoscenti che lavorano in varie regioni italiane. Ho ricevuto risposte da 24 farmacisti di nove regioni differenti (Emilia-Romagna, Piemonte, Sicilia, Molise, Puglia, Lombardia, Abruzzo, Lazio e Campania), con risultati a mio avviso piuttosto interessanti, che verranno riportati nella conclusione dell’articolo.
Il ministock: il modello romagnolo
Come già vi avevo anticipato, sono abituato a lavorare con il ministock di farmaci in Dpc sin dal mio primo giorno in farmacia.
In Romagna, in particolare, il ministock è entrato in vigore il 1 luglio 2010 con il recepimento della Dgr 1365/2009, con lo scopo di «contenere e possibilmente eliminare il duplice accesso alla farmacia che si traduce in un disservizio al cittadino», andando a sostituire il procedimento che veniva utilizzato in alcune province della regione noto come anticipo d’ordine.
Una delle peculiarità del ministock presente nelle farmacie dell’Emilia Romagna è quella di risultare diverso in ognuna di queste per il numero di confezioni di medicinali di cui è costituito. Infatti, sulla base di un calcolo della rotazione dei medicinali dispensati attraverso questo canale, viene calcolata una giacenza minima per ogni farmacia dei farmaci in dpc che possono essere tenuti.
A oggi, in ministock nelle farmacie dell’Ausl Romagna sono presenti: tutti e quattro i farmaci Nao con autorizzazione all’immissione in commercio, il clopidogrel, il levetiracetam 500mg – originale ed equivalente –, l’Inhixa e l’Arixtra, il gabapentin 300 mg e il valaciclovir 1000 mg.
Inoltre, con Determinazione 3284 del 12/10/2020 è stato definito il Protocollo operativo per le prenotazioni delle prestazioni di laboratorio da parte delle farmacie, che comprende anche il rifornimento dei contenitori di materiali biologici da consegnare al cittadino al momento della prenotazione in farmacia, con la modalità della distribuzione per conto.
In particolare, all’atto della prenotazione è consentito consegnare, ad esempio, contenitori per l’esame dell’urina, compreso l’urinocoltura, contenitori per gli esami delle feci, contenitori per l’esame citologico urina, salivetta con tampone per cortisolo, provetta per coprocoltura faecal swab, kit per la raccolta del liquido seminale e provetta per il test del sangue occulto nelle feci.
Al contrario di altre regioni come Sicilia e Lombardia, per esempio, non dispensiamo ancora i presidi per diabetici attraverso il canale Dpc.
L’importanza del ministock in farmacia
A mio avviso, il ministock in farmacia risulta essere estremamente importante in quanto migliora la qualità del servizio, oltre che renderlo più veloce e meno complesso. La scorta in farmacia può garantire la continuità terapeutica del paziente, diminuire la distribuzione di questi farmaci per urgenza in convenzionata, evitare che il caregiver possa tornare in farmacia più volte per il ritiro di un farmaco a utilizzo cronico.
Alla domanda posta nella survey “Ritieni che il ministock sia utile al fine di migliorare il servizio al paziente e la sua aderenza alla terapia?” con possibilità di risposta da 0 (Totale inutilità del servizio) a 5 (Utilità massima del servizio), ben 15 colleghi hanno dato punteggio massimo, cinque colleghi hanno risposto che è molto utile, due farmacisti hanno reputato che il ministock non apporti un valore aggiunto degno di nota, solo due colleghi hanno reputato che la scorta in farmacia di questi farmaci sia totalmente inutile.
Alla mia domanda “Ritieni che il ministock sia sufficientemente provvisto di tipologie di medicinali rispetto alla lista Dpc?”, alla quale non avevo imposto l’obbligo di risposta in quanto solo in pochi posseggono il ministock, ben 15 farmacisti hanno risposto di no, solo in tre colleghi hanno risposto affermativamente.
A mio avviso, al giorno d’oggi il ministock risulta ben fornito, ma potrebbe essere ulteriormente implementato. Infatti, almeno nella nostra regione, mancano in scorta tutti i farmaci in Nota 100 e le insuline.
Considerato il notevole aumento dei piani terapeutici per il diabete depositatati in farmacia e la possibilità che ci è stata data di poter dispensare questi nuovi farmaci, ritengo che sia fondamentale inserire alcune molecole in questo stock, sulla base di un calcolo di rotazione di questi farmaci per singola farmacia.
Per di più, ritengo fondamentale inserire anche qualche tipologia di insulina in ministock, in quanto risulta essere un farmaco salvavita, per questo deve essere consentita la continuità terapeutica nella maniera più assoluta, almeno per le più utilizzate dalla popolazione.
L’indagine che ho svolto ha raccolto dei dati sicuramente interessanti, su un campione che ovviamente non è sufficientemente significativo. Alla luce della mia analisi però appare evidente che poche regioni hanno una scorta di farmaci Dpc in farmacia.
In Molise non ci sono ministock, i farmaci vengono prenotati tramite codici ricetta e consegnati alla farmacia in giornata, tramite deposito dpc territoriale.
In Puglia non è consentito possedere ministock. Lo stock è affidato ai soli grossisti che hanno scorte basate sull’indice di rotazione dei prodotti, quindi legato al numero di clienti. Il paziente è tenuto a presentare la ricetta e attendere i tempi di consegna che variano dalla tipologia di farmacia ovvero rurale o urbana e dal numero di consegne in farmacia garantite dal deposito.
Per di più, una collega di Brescia mi ha confermato di avere in scorta il solo Paxlovid.
Un collega dell’Abruzzo ha confermato che nella sua regione non è consentito il ministock, ma che a suo avviso sarebbe molto utile.
Una farmacista di Brindisi ha suggerito che «sarebbe opportuno introdurre il ministock, perché c’è molto malcontento da parte dei cittadini nel dover ordinare ogni volta i farmaci e i presidi diabetici e i ritardi nell’approvvigionamento portano a scarsa aderenza alla terapia anche per farmaci salvavita».
In conclusione, è opportuno che venga promossa una lista di trasparenza unica nazionale di farmaci che possano essere inseriti in Dpc e una standardizzazione del ministock in farmacia territoriale con i farmaci a più alta rotazione, così da promuovere l’utilizzo del piccolo stock in tutte le regioni d’Italia e favorire una più alta aderenza alla terapia del paziente.