Alfabeto Gestionale è la rubrica di Giuseppe Salvato, commercialista “insolito” e docente di Capacità Gestionali e Relazionali presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, a cui diamo il benvenuto.
Lettera V: Vendita in farmacia
La vendita è l’apoteosi in cui si fondono i bisogni espliciti ed impliciti di un cliente con la promessa che il farmacista fa a costui nell’indirizzarlo attraverso un prodotto, un servizio, un consiglio.
Nella vendita fatta “ad arte” si consolidano da un lato la reputazione del farmacista e dall’altro la dichiarazione di fedeltà del cliente. E tutto questo niente ha a che fare con il raggiro, il voler sbolognare qualcosa a qualcuno, la mancanza di etica professionale.
La vendita conclude l’atto professionale del farmacista e quando sento professionisti che affermano che non si sono laureati per vendere prodotti un po’ mi dispiace per loro e un po’ inorridisco, in quanto la prima cosa che si “vende” è proprio la persona che propone, il suo prodotto e prima ancora il suo consiglio, quindi la sua affidabilità.
Vorrei scriverlo a lettere cubitali:
“Vendere è un’arte, perché si fonda sull’ascolto e non sulla competenza professionale. Tutte le formule sono giuste se si lavora per la felicità del cliente”.