La farmacia è una attività aperta al pubblico e come tale è soggetta, anche in assenza di dipendenti, ad ottemperare alla norma di legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro espressa dal Decreto Legislativo N° 81 del 2008.
La norma prevede anche un piano per la prevenzione e la lotta all’incendio nel quale sono previsti anche i “dispositivi di prevenzione e lotta all’incendio”.
Il dispositivo più comune di lotta all’incendio è l’estintore ed ha una specifica funzione: quella di estinguere il piccolo focolaio, ovvero il punto di origine di un incendio e non un incendio, il quale per dimensioni e caratteristiche deve essere aggredito con dispositivi diversi e da personale specializzato.
Quale estintore in farmacia scegliere?
Prima di dare una precisa risposta a questa semplice domanda bisogna fare una piccola premessa fondamentale per avere la consapevolezza della tipologia di scelta.
I fuochi sono stati distinti in “classi di fuoco” a seconda del tipo di “combustibile” che li ha generati, identificando con la lettera “A” i fuochi generati da prodotti che a fine combustione lasciano residui, come la carta, il cartone, il legno, la plastica, i tessuti, con la lettera “B” i fuochi generati da liquidi infiammabili come le benzine, alcool, derivati dal petrolio, con la lettera “C” i fuochi generati dai gas infiammabili come il metano, il butano, il propano. Sono presenti altre classi di fuoco che qui non menzioneremo per rimanere nel tema della farmacia.
Per produrre un buon piano di prevenzione e lotta all’incendio, il valutatore deve tenere presente, quindi, oltre al carico potenziale di incendio, anche quale tipologia di classe di fuoco è presente negli ambienti considerati, per poter di seguito scegliere la tipologia di dispositivo di lotta al focolaio più opportuno.
E’ facile dedurre che, in una farmacia, il maggior numero di “potenziali combustibili” appartengono alla classe di fuoco ascritta alla lettera “A” poiché ricca di mobili in legno, di tessuti, di carta, cartoncini e cartone delle confezioni dei prodotti, di flaconi in plastica, di shoppers, scaffali, illuminatori, espositori… tutti prodotti che, bruciando, lasciano residui.
Diversamente non sono presenti grandi quantità di liquidi infiammabili o gas infiammabili precedentemente menzionati.
L’estintore da scegliere e da adottare in farmacia, pertanto, sarà quello che sulla propria etichetta riporterà, in modo evidente, la classe di fuoco per la quale è adatto e che sarà identificata da una icona in cui è presente la lettera A e un ceppo di legno in fiamme.
Sfatiamo una legenda metropolitana
Solitamente gli estintori in polvere sono adatti per le Classi di Fuoco “A”, “B” e “C”, e sono quelli che costano di meno sia nell’acquisto che nella semestrale manutenzione.
Il farmacista non deve farsi ingannare da chi imputa all’estintore in polvere la proprietà di rendere inutilizzabile ciò che viene colpito dalla stessa polvere in caso di utilizzo. In ogni luogo deve essere presente il mezzo di estinzione specifico ed adatto per la classe di fuoco individuata, quindi è totalmente inutile adottare gli estintori in CO2, che sono specifici per un’unica classe di fuoco (B) che oltretutto è quasi o del tutto assente in una farmacia, per evitare poi di “cestinare” beni preziosi.
Inoltre, se la titolarità ben gestisce la manutenzione e la prevenzione nei luoghi di lavoro, le probabilità di un utilizzo del mezzo di estinzione per spegnere un focolaio si abbassano notevolmente (tendente a zero). Opportuno, quindi, è avere un mezzo di estinzione adatto e non uno di “comodo” per il fornitore perché tipologie diverse da quello in polvere hanno costi più alti sia nell’acquisto che nella manutenzione.
Un estintore ogni 200 mq
Altra bufala. Gli estintori devono essere, nel numero, coerenti con tre parametri fondamentali: il carico di incendio e la velocità di propagazione delle fiamme, la immediata raggiungibilità da parte degli addetti rispetto agli ambienti interessati, la possibilità di essere individuati immediatamente e utilizzati da eventuali soccorritori esterni all’organizzazione aziendale.
Per questo motivo, un estintore deve essere sempre ben visibile nelle immediate vicinanze dell’ingresso della farmacia, per dare la possibilità di intervenire verso l’interno e soccorrere chi potrebbe essere in difficoltà.
Bisogna ricordarsi che un estintore in polvere da sei Kg ha una durata di erogazione che non va oltre i 12/14 secondi.
Gennaro Oliviero
Pare che, per la sicurezza sia obbligatorio posizionare l’estintore in posizione elevata, mediante adeguato supporto, e non a terra.
Si, la regola vuole che l’estintore non sia posizionato a terra ma su un supporto a muro o su una piantana con le insegne. Bisogna dire che, però, il supporto a muro, in caso di urto, offre poca sicurezza e l’estintore potrebbe rovinare a terra. La piantana è più sicura. C’è una scuola di pensiero che preferisce, nei locali aperti al pubblico dove possono essere presenti dei bambini, che l’estintore sia posto a terra,(semmai in un angolino) poiché un bambino irrequieto potrebbe far cadere l’estintore dal suo nodulo di aggancio se è sul supporto a muro. In ogni caso sul posto deputato all’estintore deve sempre essere ben visibile da più parti il cartello indicativo di presenza.
Buona sera,
commento l’articolo degli estintori, e vorrei sapere perché i servizi igiene delle ASL richiedono tutte in puglia che davanti al quadro elettrico ci sia un estintore ad CO2 ?
grazie
Cosimo
I servizi di igiene delle ASL dovrebbero occuparsi di Igiene. L’ufficio dell’ASL deputato è quello della Sicurezza nei Luoghi di Lavoro, il quale ha certamente personale ben istruito e a conoscenza delle normative antincendio. Poiché la Norma UNI EN 2:2005 non definisce più la classe di fuoco per i quadri elettrici (ex Classe E)per la tipologia di elementi che possono bruciare (cavi, isolanti in pvc, plastiche degli interruttori ecc.) gli impianti elettrici vengono generalmente classificati di Classe A. Per tanto risulta, per una buona prassi nell’estinzione, utilizzare un estintore in polvere.