Alfabeto Gestionale è la rubrica di Giuseppe Salvato, commercialista “insolito” e docente di Capacità Gestionali e Relazionali presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, a cui diamo il benvenuto.
Lettera P: Punto di pareggio
Far pareggiare i costi con i ricavi non è un calcolo astruso, ma occorre farlo guardando ai singoli reparti della farmacia, non sul totale. I costi fissi (le spese di struttura dell’azienda) e i costi variabili (l’acquisto della merce) devono trovare copertura in ciascun settore, sapendo che più è alto il punto di pareggio e maggiore sarà la fetta di fatturato che sarà destinata alla copertura dei costi, assottigliandosi così i guadagni.
Se il punto di pareggio medio di una farmacia oscilla tra il 60 e il 70%, nella maggior parte dei casi, è utile far notare che, invece, il punto di pareggio del farmaco si aggira normalmente attorno all’80%, se non di più e, spesso, considerando la remunerazione del titolare, a malapena riesce a produrre utili. Eppure rappresenta il reparto a più alta incidenza di ricavi della farmacia! Il lavoro redditizio, pertanto, lo devono fare gli altri settori ma questo significa avere personale preparato e motivato, capace di ben comunicare con la clientela.
Vorrei anche far notare come un’analisi del punto di pareggio reparto per reparto aiuta a valutare la congruenza tra superficie espositiva occupata e redditività della stessa, nonché supporta il titolare nella definizione e nella quantificazione degli incentivi al personale.