Farmacisti “oltre il banco”: le altre frontiere della professione

L’attività dei farmacisti – pur se varia, movimentata e a volte poliedrica – si svolge tipicamente in un ristretto raggio d’azione. Dietro al banco, avanti e indietro tra cassettiere, scaffali o digitando per richiamare i prodotti da un magazzino automatico.

Alzi la mano chi, fra colleghe e colleghi, non ha avuto almeno una volta nella vita il desiderio di mollare camice e banco per uscire per strada a capire se davvero, come ci hanno ripetuto all’università, un laureato in farmacia ha così tanto da dare alla società.

Anche io, a un certo punto della mia attività in farmacia, ho sentito stretto lo spazio d’azione e ho cominciato a immaginare una nuova veste in cui esercitare un ruolo di cui conosco le potenzialità ma anche i limiti.

Dal caso – che non esiste! – è nata una sfida che ho colto intuendo la potenza di un’opportunità. È iniziata così e adesso è un’attività collaterale vera e propria che mi impegna molto ma che, nella stessa misura, mi dà nuova linfa e nuovi stimoli.

Organizzare eventi di divulgazione rivolti al pubblico in farmacia e in altre sedi, laddove i numeri sono maggiori e gli spazi interni diventano esigui, è in realtà un’estensione del lavoro che ognuno di noi svolge al banco.

Diventare consulenti di salute ed esserlo anche in luoghi esterni allo spazio di lavoro consueto (in presenza o online) consente di estendere il proprio pubblico di riferimento e dà l’opportunità di farsi riconoscere come professionisti staccati dall’atto della vendita.

I farmacisti, professionisti la cui remunerazione è legata alla transazione economica di vendita di un prodotto, devono faticare più di altri che invece vengono retribuiti per la consulenza. Si tratta di sganciare l’associazione mentale farmacista-venditore per far percepire la nuova associazione farmacista-portatore di conoscenza.

Ciò consentirà, nel lungo termine ma talvolta anche nell’immediato, il riconoscimento di un nuovo valore legato a ciò che si dà in termini di informazioni e non di prodotto.

Perché ciò sia possibile è fondamentale mantenere alto il livello di preparazione teorica in un processo di continua formazione tecnico-professionale e di competenze comunicative, da coltivare in parallelo a un aggiornamento senza fine.

Chiunque voglia mettersi in gioco scoprirà che, nonostante lo studio e il lavoro aggiuntivo, ne vale la pena. Al primo evento organizzato, seguirà naturalmente il desiderio di ripetere l’esperienza, e poi ancora un’altra.

Garantito.

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Giuseppina Amato
Giuseppina Amato
Farmacista dal 2007, esercita la professione dividendosi tra il banco e il retro-banco della farmacia di famiglia, occupandosi di relazioni sia col pubblico sia con fornitori di prodotti e servizi. Ha coniugato la passione per le parole e per la comunicazione con l’attività lavorativa, pensando ad un modo nuovo ed assolutamente personale di intendere la professione. Ha sviluppato progetti legati a maternità e prima infanzia che caratterizzano oggi la sua attività.

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