Il patrimonio netto nel bilancio delle farmacie

«Dimmi che patrimonio hai e ti dirò chi sei».

Cosa racconta il patrimonio netto nel bilancio della farmacia?

Il patrimonio netto che emerge dalla contabilità aziendale è la differenza tra il complesso del capitale investito e i debiti aziendali e si sintetizza, sostanzialmente, in tre aree distinte.

  1. Il capitale proprio o sociale (in caso di società), che è ciò che è stato conferito o sottoscritto all’atto della costituzione dell’azienda e, in aggiunta, anche in una fase successiva laddove ad esempio se ne sia ravveduta la necessità a fronte di investimenti o di operazioni di ristrutturazione finanziaria
  2. Le riserve, che possono essere alimentate da utili o quote di profitti non prelevati nei precedenti esercizi, ma vi sono pure numerose forme di riserve contabilizzate a causa di rivalutazioni immobiliari, contributi pubblici in conto capitale o che sono correlate ad altre operazioni d’impresa che nulla hanno a che fare con la redditività operativa.
  3. Il risultato economico dell’anno in corso, che si aggiunge al patrimonio netto in caso di utili e si sottrae nell’ipotesi di perdite.

Valore dell’azienda-farmacia

C’è da dire che il valore del patrimonio netto nel suo complesso solo lontanamente rappresenta la valutazione di un’azienda durante il suo regolare funzionamento, atteso che la parte del leone la fa l’avviamento, cioè la stima dei profitti attesi che è disposto a pagare chi subentra in un’attività. Ma non occupandoci in questa sede di operazioni di cessione trascuriamo di considerare le modalità con cui viene stimato da parte di chi vende e il conseguente calcolo del pay-back, cioè la misura del tempo di recupero di tale investimento da parte di chi compra.

Orbene, nell’analizzare bilanci in farmacia ho sempre notato nel concreto alcune peculiarità. Innanzitutto il fatto che una farmacia non chiude mai l’esercizio in perdita, dopodiché l’assenza, nella stragrande maggioranza dei casi, di riserve di utili, solo in casi specifici la presenza di altre riserve, ad esempio nel caso di operazioni collegate a trasformazioni di ditte individuali in società.

Due bilanci di due farmacie

Immagina adesso di avere la possibilità di confrontare due bilanci di due farmacie differenti aventi lo stesso ammontare di patrimonio netto. Ebbene, per avere un’idea sulla capacità visione imprenditoriale del suo titolare ti fideresti di una farmacia dove il capitale conferito rappresenta la componente patrimoniale di maggior valore?

O ritieni più significativo che il primato appartenga alle riserve (specificando se di utili o di altro tipo)?

Dai maggiore importanza agli utili di fine anno?

Guarderei all’ammontare delle riserve di utili, che raccontano in che modo negli anni quel titolare si è preso cura dei risultati economici che ha saputo produrre distinguendo la tasca personale da quella aziendale, quest’ultima sempre pronta ad affrontare nuove spese e opportunità senza depauperare la liquidità prodotta.

Due tasche distinte, dunque, pur trattandosi dello stesso pantalone.

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Giuseppe Salvato
Giuseppe Salvatohttps://nuovidea.it/
Commercialista insolito e docente di Capacità Gestionali e Relazionali presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna. Ha interrotto da anni le attività tipiche della professione per supportare le aziende, e in particolare le farmacie, verso il cambiamento: nuove idee, controllo di gestione, sviluppo delle risorse umane. Ha fondato Nuovidea per una consulenza direzionale su misura.

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