Ormai da qualche tempo la ricerca in ambito dermocosmetico ha rivolto la sua attenzione ai peptidi, catene di amminoacidi di piccole dimensioni che si legano in maniera specifica a determinate cellule perché si attivino o disattivino nei processi biologici. Da questo legame i peptidi sono in grado di svolgere diverse funzioni: le più ricercate sono stimolare la produzione di collagene ed elastina e distendere le rughe grazie all’imitazione della tossina botulinica.
I peptidi più studiati, che hanno alle spalle considerevoli studi sia in vitro che in vivo, sono quelli per aumentare la produzione di collagene. L’invecchiamento cutaneo è dovuto principalmente a cambiamenti che avvengono nel derma, dove la matrice extracellulare diminuisce il suo contenuto di collagene. Sebbene la perdita di collagene inizi tra i 18 e i 29 anni, dopo i 40 anni il corpo può perderne circa l’1% all’anno. Intorno agli 80 anni la produzione di collagene può diminuire complessivamente del 75% rispetto a quella dei giovani adulti.
Introdurre tramite creme applicate sulla pelle dei piccoli frammenti di proteine, i peptidi appunto, fa sì che questi migrino verso gli strati più profondi e in particolare al derma; qui i fibroblasti si accorgono della presenza di piccoli frammenti di collagene, pensano che questo sia quello endogeno che si è degradato e allora si attivano per produrne di nuovo. L’effetto dei peptidi di questo tipo è quindi quello di aggirare il fibroblasto, per svegliarlo e indurlo a produrre collagene.
Un altro tipo di peptidi diffuso in dermocosmesi, ma con meno studi alle spalle, è quello con effetto botox like. Lo stimolo nervoso alla contrazione muscolare viene trasmesso attraverso sostanze chiamate neurotrasmettitori che inducono nel muscolo una risposta di contrazione. La neurotossina botulinica è una sostanza in grado di bloccare l’azione del neurotrasmettitore acetilcolina, determinando una paralisi del muscolo nello stato di distensione. I peptidi di questa classe, una volta applicati sulla pelle tramite una crema – magari preceduta da una bella esfoliazione che ne favorisce l’assorbimento –, mimano l’effetto della tossina botulinica, prevengono il legame dell’acetilcolina con il proprio recettore postsinaptico e pertanto bloccano l’attività neuromuscolare; in questo modo impediscono la contrazione del muscolo che rimane rilassato e la ruga distesa.
Discorso più controverso è quello dei fattori di crescita, proteine che nel corpo umano regolano la divisione e crescita cellulare; molto della nostra conoscenza riguardo i fattori di crescita deriva dal loro ruolo nella guarigione delle ferite ma, negli anni più recenti, questi sono stati molto utilizzati anche nelle creme dermocosmetiche per favorire e accelerare la rigenerazione cellulare.
I dati derivanti da piccoli studi suggeriscono che i fattori di crescita, usati in combinazione tra di loro, possono aumentare la produzione di collagene e i segni visibili dell’invecchiamento. Uno dei principali problemi dell’utilizzo dei fattori di crescita è proprio dato dal fatto che funzionano se lavorano insieme, mentre spesso nei prodotti li troviamo isolati; un altro problema è riferito al fatto che gran parte della nostra conoscenza – riguardo queste piccole proteine – deriva dal loro utilizzo nella guarigione di ferite, ma le rughe non possono essere considerate tali. Il potenziale dei fattori di crescita è sicuramente elevato ma abbiamo bisogno di più dati a disposizione e derivanti da robusti test clinici.