Farmacisti 2.0: navigare nell’era digitale tra social media, branding e deontologia professionale

Nell’era della comunicazione online, anche i farmacisti devono fare i conti con la presenza propria e della farmacia che gestiscono sui canali social. Questi rappresentano oggettivamente una possibilità di far sentire la propria voce in una dimensione diversa da quella del banco.

Dopo il sito internet, che è la prima interfaccia per la farmacia nel mondo digitale, è diventato quasi indispensabile raccontare ciò che si è e ciò che si fa sulle pagine Facebook e Instagram della farmacia, o presenziare su canali meno frequentati, almeno dalla fascia di età tipica dell’utente della farmacia, ma in fortissimo sviluppo, come TikTok.

In questo passaggio digitale, si può decidere di fare da soli o di farsi affiancare da agenzie che offrono servizi di gestione e programmazione dei post. Come spesso accade, affidarsi ai professionisti del settore consente di ottimizzare le pubblicazioni, garantendo grafiche accattivanti e una targetizzazione mirata di chi visualizzerà il contenuto. Il rischio più concreto di questa scelta è senza dubbio quello di delegare a questo soggetto terzo l’onore e l’onere di creare i contenuti.

Il cuore della questione è, appunto, la qualità del contenuto che, a mio avviso, deve restare in mano ai farmacisti titolari o loro delegati parte dello team interno alla farmacia. Solo in questo modo, infatti, si può garantire coerenza e continuità tra ciò che la vetrina virtuale comunica rispetto a ciò che avviene offline all’interno dell’attività stessa.

La programmazione delle pubblicazioni deve mantenere un alto profilo e non deve cadere – e scadere – in una pura comunicazione commerciale che riduce il valore percepito dell’attività dei farmacisti stessi. I risultati ottenuti da una comunicazione professionale piuttosto che puramente commerciale possono essere misurati con metriche meno proporzionali del tipo investimento-incasso, ma in tempi più lunghi produrranno effetti analoghi sull’intero lavoro della squadra e non solo sull’oggetto della comunicazione.

È dunque fondamentale studiare una linea editoriale insieme al proprio social media manager che abbia come obiettivo la creazione e il mantenimento di un personal brand, dei farmacisti e della farmacia tutta, e non solo la vendita di un prodotto o servizio. Raccontare ciò che si è, ciò che si può fare per il paziente e per il territorio in cui si opera è la chiave per sfruttare l’importante opportunità della comunicazione social.

Le logiche incentrate sulla comunicazione di prodotto, benché utili, potrebbero portare al rischio di produrre risultati visibili solo per poco tempo: influenzano le singole vendite ma non la percezione generale che il pubblico ha del professionista. I farmacisti, in molti casi, si riducono alla sola esecuzione di una televendita. L’impegno richiesto nel mantenere quello che definisco “alto profilo” è di gran lunga più consistente, ma porta a soddisfazioni più profonde e durature.

Per lo stesso motivo, l’attenzione attuale alla figura dei farmacisti-influencer, a mio avviso, pone in luce l’enorme potenzialità dell’esposizione tramite social e, contemporaneamente, i rischi della stessa. Influenzare il consumatore – ma preferisco sempre parlare di paziente – o ancora meglio di persona, è una responsabilità profondamente connessa con l’impegno preso al momento dell’iscrizione all’Ordine.

Se la deontologia in tutti i suoi aspetti viene rispettata ed è compagna di ogni attività, anche quelle online, gli obiettivi professionali, aziendali e commerciali che ci si pone diventano allineati a quelli del quotidiano impegno dei farmacisti. L’influenza ottenuta sul pubblico è allora quella stessa che si esercita al banco, ma si estende all’esterno del locale fisico della farmacia, divenendo potenziale motivo di attrazione verso lo stesso banco.

Ciò che comunichiamo al nostro interlocutore lo trasliamo su un monitor e andiamo a parlargli lì dove si trova e dove è nel momento di massima ricettività, rilassato e curioso.

E tu, hai già provato a condividere le tue opinioni in merito con il tuo team o con le agenzie preposte alla gestione social? Hai già avviato progetti concreti di questo tipo? Con quali risultati? Sei d’accordo con la mia lettura o la tua esperienza è diversa?

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Giuseppina Amato
Giuseppina Amato
Farmacista dal 2007, esercita la professione dividendosi tra il banco e il retro-banco della farmacia di famiglia, occupandosi di relazioni sia col pubblico sia con fornitori di prodotti e servizi. Ha coniugato la passione per le parole e per la comunicazione con l’attività lavorativa, pensando ad un modo nuovo ed assolutamente personale di intendere la professione. Ha sviluppato progetti legati a maternità e prima infanzia che caratterizzano oggi la sua attività.

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