Progetto FIDE, buon servizio o opportunità di business?

Da qualche tempo è veicolata su aggregatori e blog la notizia della nascita di una piattaforma denominata Sistema Fide, evoluzione del Progetto Fide, che ha lo scopo di veicolare ed aggregare informazioni ottenute dalla scansione di immagini di particolari stati della pelle. Queste immagini, in base alla Regione in cui ci si trova, vengono inviate dalla farmacia alla struttura di riferimento ed un medico consentirà di refertarle e capire se si tratta di qualcosa di preoccupante o no.

Nella fatispecie in alcune Regioni d’Italia come il Lazio e la Campania ci si è concentrati sull’analisi dei nei e sulla loro istantanea valutazione con l’obiettivo di prevenire il melanoma.

Si potrebbe pensare, ottima iniziativa sia dal punto di vista etico, sia dal punto di vista professionale, che dà la possibilità al farmacista di offrire un servizio evoluto ed a valore aggiunto, anche nell’ottica dell’applicazione della Legge 69/2009 – Nuovi servizi erogati dalle farmacie.

Vediamo quali sono i pro e i contro del servizio, chiedendoci giustamente, è realmente un’iniziativa di profondo spessore sociale o solamente un’opportunità di business per l’azienda che lo presenta?

L’attrezzatura, dotata di PC portatile dal valore commerciale di 500-600 euro, macchina fotografica Nikon Coolpix (300-400 euro) e obiettivo retroilluminato, viene proposta al farmacista alla cifra di circa 5000-6000 euro, cifra che per un farmacista non è che sia facilmente ammortizzabile, a causa del sempre minor afflusso dei proventi di gestione.

La scansione del neo costa al farmacista circa 25 euro e il servizio e’ venduto al cliente a circa 35 euro. Per completare l’operazione ci vogliono circa 15 minuti e considerando che un minuto di lavoro del farmacista costa circa 0,40 centesimi lordi, viene a costare al farmacista, oltre che al costo dell’attrezzatura, circa 32 euro. Considerando che poi il costo va ricaricato allo scopo di garantire la giusta remunerazione, ecco che l’operazione diventa – per il farmacista della regione indebitata – sconveniente.

L’esito del referto è minimale rispetto alla visita di uno specialista, consta difatti non della descrizione del neo ma solo di un invito a presentarsi, piu’ o meno velocemente, alla visita di controllo successiva, presso la struttura di riferimento indicata (nel caso della Campania, dal Dipartimento Melanoma dell’Istituto Nazionale Tumori G.Pascale di Napoli)

Chiediamoci quale possa essere il valore aggiunto per il farmacista: 1) proporre qualche vendita in abbinata? Sul neo? 2) Dare un’immagine di impegno sociale? 3) spostare grosse fasce di utenza e aumentare il traffico sul punto vendita?

Inoltre, andiamo a guardare la soddisfazione del cliente, che alla modica cifra di almeno 30 euro si fa osservare il neo con una refertazione minima, come potrà mai essere? Non sarebbe più sicuro e professionale fare una buona visita specialistica direttamente presso una struttura di riferimento sul territorio?

Per tutte le informazioni tecniche e i dettagli rimandiamo al portale http://www.progettofide.it/.

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Alfonso Di Stasio
Alfonso Di Stasio
Founder di FarmaciaVirtuale.it, negli anni ho sviluppato competenze in ambito farmaceutico retail, con particolare attenzione agli aspetti operativi e gestionali della farmacia. A distanza di alcuni anni dalla laurea in farmacia, ho perfezionato la mia carriera con gli studi in Scienze della comunicazione. Oggi sono Pharma communication specialist e aiuto aziende e stakeholder del pharma a comunicare ai rispettivi target di riferimento.

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