La Legge Regionale 15/2010 aveva di fatto liberalizzato, o quasi, gli orari e i turni delle farmacie campane. Dopo qualche mese di interrogazioni e di accesi dibattiti è stata in questi giorni ripristinata la norma che prevede la regolamentazione di orari e aperture, ciò con la Legge Regionale 27 giugno 2011.
Sulla carta.
Facciamo un passo indietro. Concedendoci un’analisi dei fenomeni, è chiaro che l’approvazione di una Legge, a fine 2010, che andasse a deregolamentare orari ed altro, è stato un chiaro segnale reale dello status dell’andamento della realtà campana. Una sorta di cartina tornasole.
Si potrebbe parlare della nascita di una nuova frontiera della concorrenza intracanale in una delle piazze più agguerrite d’Italia. Da un lato una marea di interessi economici, dall’altro però traspare la volontà dei farmacisti di voler fare di più, di voler fare concorrenza su canali che non fossero quelli classici, ad esempio garantendo un servizio migliore, esemplare, nella totalità della giornata, per tutto l’anno.
I farmacisti stanchi della concorrenza sul farmaco da banco, passati poi alla concorrenza sulla fascia C, dove ricordiamo non sono consentiti sconti, ora si battono facendosi concorrenza sugli orari di apertura, diurni e notturni.
Differenti sono le visioni di pensiero. C’è chi si mette in gioco ed è a favore di una liberalizzazione degli orari e chi, in un’ottica più tradizionalista e restrittiva, è contro qualsiasi tipo di apertura, nonostante il mercato lo richieda fisiologicamente.
In realtà il problema è un altro, come in ogni realtà che sfugge al controllo: chi è controlla che tutto funzioni alla regola? Nessuno. L’esser tornati ad una regolamentazione precisa degli orari di apertura diurna e notturna, non implica che sul terreno non vi sia qualcuno che non rispetti le regole, ossessionato dall’andamento del mercato valutato su altri fronti concorrenziali. Il ragionamento è chiaro se andiamo ad osservare il fenomeno della Fascia C, fascia protetta, tanto agognata da parafarmacie e GDO, dove i farmacisti, nel frattempo che esca fuori canale, si massacrano a colpi di -10%,-15%,-20%, tanto fa’ cassetto.
Non ci prendiamo in giro. E’ inutile creare nuove regole se non si cominciano a rispettare quelle attuali o comunque, se non si ha nè la forza, nè la volontà di farle rispettare. Non esiste nessun organo interno alla categoria che vada a verificare farmacia per farmacia ciò che avviene.
In definitiva, in Campania, Legge o non Legge, la realtà è che ognuno, sul territorio, fa’ come e cosa gli pare. E il sistema diventa sempre più debole.