Mi meraviglia molto il fatto che molti consulenti, ma soprattutto progetti legati alla distribuzione intermedia, parlino nel 2017 di “scontrino medio”… andando a legare un dato prettamente “fiscale” ad un dato di “andamento” e facendo credere che se cresce lo scontrino medio vada tutto bene per l’attività…
In realtà, lo scontrino medio, non è altro che un “indicatore di vanità”, così come definito in un mio post del lontano 2012 (https://blog.farmaciavirtuale.it/gestione-della-farmacia-indicatori-vanita/), post che poi è stato rubacchiato e preso come riferimento da vari ma che comunque rende bene l’idea di cosa stiamo parlando.
Usare lo scontrino medio come un indicatore tale da far pensare che “tutto vada bene”, e poi non capire che sforzo sia stato fatto per “pompare” quello scontrino medio, o, ancora peggio, non conoscere invece quale sia la marginalità su quello scontrino medio, è come foderarsi gli occhi di prosciutto e non guardare invece al contenuto.
La cosa che più mi meraviglia è che c’è una parte di consulenti in farmacia, ben remunerati dalle stesse farmacie, che nel corso degli anni non ha adeguato ne la dialettica ne gli strumenti di analisi, rispetto ad un settore che ovviamente è già cambiato da un pezzo.
Parlare di “scontrino medio farmacia” è come parlare di fuffa… perchè invece non chiedersi come poter leggere il dato dall’interno verso l’esterno e non dall’esterno verso l’interno, a giochi fatti?
Qualcuno mi spiega perchè si continua a parlare di “scontrino medio”, di “fatturato”, di “ingressi”, di “pezzi venduti” e di tanti altri bei numeretti usati solo per “far gola” a quei poveri polli che stanno acquistando il servizio?
Lo scontrino medio, così come i dati vendita delle linee guida (i prodotti da spingere per intenderci), sono indicatori importanti e vanno inseriti in un contesto di cruscotto aziendale, imprescindibile per la farmacia, in cui siano presenti misuratori quantitativi riferiti alle vendite, ai costi, ai MARGINI, al valore di magazzino, ma anche qualitativi (come ad esempio il livello di formazione delle risorse). Misurare misurare misurare.
Sono dati che ovviamente fanno comodo a distribuzione intermedia e industria, non di certo alla farmacia. Basta per esempio leggere un report come quello del progetto zenith (prodotto da IMS) o altri equivalenti: ha mai avuto modo di leggerlo, rendendosi conto di quanto è assurdo e lontano dalla realtà?
Sicuramente è valido il concetto del misurare, ovviamente riuscendo a trovare delle metriche più “umane” e meno “industriali”.
A titolo di esempio, come si può misurare il “costo” dell’incremento dello scontrino medio da 10 a 20 euro ? Perchè i consulenti non ce lo indicano, ma si limitano solo a misurare appunto lo scontrino medio? E su quali prezzi? Quelli praticati dalla farmacia o quelli di banca dati? Se su quelli praticati dalla farmacia, basta poco allora a manipolare aumentando il ricarico dei prodotti che contribuiscono all’aumento…
Ed ancora, l’aumento dello scontrino medio da 10 a 20 euro, che sforzi imprenditoriali ha richiesto? Aumento del tempo medio della vendita? Quindi, incremento del costo per minuto lavorato e quindi minor tempo a disposizione delle altre vendite, e quindi, aumento della coda in farmacia, con conseguente necessità di integrare il personale a scapito del deterioramento della qualità del servizio offerto?
Insomma, lo scontrino medio è una metrica che se per anni è stata usata e continua ancora ad essere usata, non vuol dire che è necessariamente attuale…
Buongiotno, sicuramente si tratta di un articolo che offre spunti interessanti dal punto di vista concettuale tuttavia credo che bisognerebbe fare uno sforzo per passare dalla teoria alla pratica.
In questo senso anche il post del 2012 non fornisce alcuna indicazione concreta ne da parte dell’estensore del pezzo ne da parte della platea dei lettori.
Vista anche l’efficacia della provocazione sarei molto grato se faceste qualche esempio concreto.
P.s.
Non sono un consulente, ma un collega sinceramente interessato alla questione.
Carmelo, l’articolo del 2012 ha puramente obiettivi teorici e concettuali e non pratici. Sta infatti alla software house o al consulente di farmacia mettere in pratica quanto più conveniente per la propria attività. Grazie comunque per la richiesta, proverò a porre qualche esempio concreto. Saluti