Leggerlo con attenzione, costruendo degli indici che in quanto tali siano un valido confronto con aziende simili alla mia, è l’inizio di un percorso virtuoso che porta al costante Miglioramento.
All’interno del bilancio che ogni anno il commercialista ci consegna, c’è un documento fondamentale per la nostra attività denominato conto economico.
L’importanza di tale documento nasce dal fatto che è in grado di evidenziare se, ed eventualmente in quale misura, l’azienda sia in grado di produrre utili o meno.
Quindi, il conto economico non va visto come un’esigenza strettamente legata a fini fiscali e tributari, ma come una vera e propria “TAC” della farmacia in grado di evidenziare quanto siamo abili nell’attività del comprare e del vendere, se gestiamo correttamente la parte dei cosiddetti “costi fissi” (personale, affitti, utenze, etc.), quanti oneri finanziari (interessi bancari ad es.) gravano sulla farmacia e, finalmente, se l’utile reale coincida o meno con quello preventivato ad inizio anno.
In sostanza, dal conto economico emergono le aree che presidiamo coerentemente con le aspettative e quelle dove, invece, dobbiamo fare dei passi in avanti. Un ottimo stimolo, quindi.
Vediamo nel dettaglio alcune componenti.
Attività del “comprare e vendere”
Dalla differenza tra le vendite ed il costo del venduto (il costo del venduto è dato da Acquisti + R.I. – R.F., dove R.I. sono le rimanenze iniziali al 1° gennaio, mentre R.F. sono le rimanenze finali al 31 dicembre dello stesso anno) emerge la mia abilità nel gestire acquisti e vendite. Un margine percentuale più basso del previsto può essere indice del fatto che compro a costi troppo alti oppure che vendo a prezzi troppo bassi (sconti eccessivi? ricarichi insufficienti?), o tutte e due le cose insieme. Anche la sottrazione di prodotti ad opera di “ignoti” contribuisce ad abbassare i margini.
La Gestione dei costi fissi
L’analisi dei costi fissi – quelli che non variano al variare dei volumi di vendita – evidenzia a sua volta la mia capacità gestionale, e cioè l’abilità nel disegnare un’organizzazione che – per citare alcuni esempi – abbia il corretto numero di dipendenti, che paghi un affitto per i locali e/o un leasing sostenibili in comparazione con l’incasso sviluppato. Interessante anche il confronto percentuale del totale dei costi fissi verso il fatturato, tenendo presente che ogni punto in più rispetto al dovuto che i “fissi” assorbono corrisponde a un punto in meno di utile. Questo vale, naturalmente, per tutte le voci di costo. Ciò mi fa capire che i costi non devono essere una variabile “indipendente”, a meno di sacrificare l’utile, ma devono essere programmati e tenuti sotto controllo.
Oneri finanziari
Comprare a debito costa, specialmente se ci si trova a dover finanziare anche attività esterne alla farmacia. Considerando che il costo del denaro nei prossimi mesi non può che salire, è il caso di porre l’argomento sotto osservazione.
Utile
Siamo finalmente arrivati all’elemento che può – o meno – giustificare un anno di lavoro. Un utile soddisfacente sarà la giusta remunerazione per il capitale investito, per il rischio imprenditoriale e per il lavoro svolto in farmacia.
Viceversa, un guadagno insufficiente non solo sarà fonte di delusione, ma anche il segnale – forte – di carenze nella mia gestione. Prendersela con il “vicino”, con il destino cinico e baro o con la crisi, serve a poco. Meglio cominciare a leggere attentamente il conto economico, cercare di capire, ma soprattutto, iniziare ad agire!