Che fine farebbero le casse automatiche rendiresto se…

Le casse automatiche rendiresto automatizzano la gestione del denaro contante al banco e fanno bene il proprio lavoro.

Le ho citate in passato perché per me rappresentano un non-modo per risolvere un problema.

Questa volta vorrei porre l’attenzione al rischio, perché no, imprenditoriale, che potrebbe esserci nell’investire delle cifre così importanti in uno scenario di continuo cambiamento.

Certo, 30.000-40.000 euro in meno sul conto corrente non fanno fallire una farmacia, ci mancherebbe!

E’ bene riflettere prima di fare un acquisto “di pancia”, ragionando su tutte le possibili dinamiche, non solo legate allo strumento, ma anche al contesto esterno e allo scenario di continuo cambiamento in cui spesso ci troviamo ad operare.

Prima di arrivare al nocciolo, vorrei raccontare però una mia – non tanto passata – esperienza.

Come numerare le ricette SSN rosse senza perdere tempo?

Nel 2007 quando fu obbligatorio inviare i dati dell’Articolo 50, la tariffazione in farmacia divenne un processo davvero articolato e faticoso.

Decisi di capire come poter risolvere nella maniera più indolore possibile il problema della numerazione progressiva delle ricette rosse SSN (il vecchio modello, per intenderci).

Soluzione 0: Numerarle a mano

Era lo stato dell’arte all’inizio. Forse per qualcuno lo è tutt’ora. Quanto olio di gomito versato! Quante penne biro hanno sofferto! Quante tendiniti e sindromi del tunnel carpale.

Soluzione 1: Il timbro con numerazione progressiva

Trovai da un fornitore tedesco un timbro – il Reiner B6K – che numerava le ricette rosse progressivamente, il problema è che il gesto meccanico, dopo due, trecento ricette timbrate in successione, creava un dolore alla mano insopportabile.

Soluzione 2: La stampante laser ad alte prestazioni

Dopo una ricerca trovai un paio stampanti laser, con elevate prestazioni, prima una Brother, poi una Ricoh, ma questa volta il problema era un altro: le ricette si inceppavano e il tempo impiegato a disinceppare la stampante era maggiore rispetto a quello impiegato per numerarle manualmente.

In più, quando la stampante si inceppava, la ricetta veniva letteralmente distrutta!

E poi c’era il problema del toner… E poi c’era il problema del rullo fusore… E poi c’era il problema dei colli di bottiglia… Etc… Etc…

Soluzione 3: Arriva la “Stampigliatrice Elettronica”

Dopo varie ricerche mi imbattei in una stampigliatrice, la Reiner 823. Cosa è una stampigliatrice elettronica? E’ una stampante progettata per stampare in verticale.

Le ricette rosse venivano messe “in piedi” e venivano numerate, una dopo l’altra, in pochi secondi.

In questo video che ho fatto nel 2011, spiego brevemente come funziona.

Che faccio? La compro, non la compro?

Ma si, la compro: 5.400 euro + IVA!

La Ricetta Elettronica

Nel frattempo si continuava a parlare di ricetta elettronica ed alcune regioni cominciavano ad implementarla, ma si sa, “per come sono lente le cose in Italia – pensavo – non la implementeranno mai!”.

“Ci vorranno anni prima che arrivi a regime, avrò sicuramente tutto il tempo per ammortizzare i 5.400+IVA!”

Nel giro di qualche mese la ricetta elettronica prese piede, stravolgendo il modo di tariffare le ricette: non vi era più obbligo di numerarle progressivamente.

Morale della favola…

La stampigliatrice elettronica è li, parcheggiata, per numerare quelle poche ricette rosse rimaste nel ciclo di tariffazione.

Se avessi saputo con certezza – ma anche nel dubbio – che la ricetta elettronica fosse diventata realtà di lì a poco, con una accelerazione drastica dei tempi di implementazione, sicuramente non avrei acquistato la stampigliatrice!

Avrei speso quei 5.400 Euro + IVA per fare un bell’ERP farmacia, o per formare i colleghi del team di lavoro.

Soldi buttati.

Abolizione del denaro contante

Veniamo al dunque.

Immaginiamo per un attimo che nei prossimi mesi si formi un Governo rivoluzionario, con la migliore coalizione possibile mai esistita.

Immaginiamo che questo Governo cominci una lotta all’evasione fiscale:

“Dal 1 gennaio 2019 – dice il Governo – entrerà in vigore l’uso obbligatorio del Bancomat per gli importi superiori ai 5 euro. Dal 1 gennaio 2020, invece, sarà eliminato definitivamente il denaro contante”.

Cosa accadrebbe se…?

Cosa accadrebbe se ieri avessi speso 35.000 Euro per 3 (tre) casse automatiche rendiresto e venisse rimosso il denaro contate per favorire la lotta all’evasione?

In Svezia è già realtà, ma anche in Italia se ne parla!

L’eliminazione del denaro contante è già realtà in alcuni paesi europei, come la Svezia, dove anche l’offerta in chiesa è con lo smartphone.

Ed anche in Italia se ne parla!

Bancomat e sistemi di e-payment

La tendenza all’uso del bancomat è sempre più spinta: la quota di transato POS è sempre maggiore!

Vogliamo parlare dei sistemi di e-payment? Come Apple Pay o quelli dei singoli istituti bancari e società private?

Alcuni esempi di “innovazione dirompente”

Ecco alcuni esempi che hanno sbaragliato interi settori. Quello del denaro contante sarà il prossimo?

WhatsApp

Immaginavamo che nel giro di un paio di anni, l’uso degli SMS fosse superato da WhatsApp?

Nessuno di noi avrebbe mai osato immaginare una cosa del genere… e invece… quando arriva, l’innovazione dirompente, non bussa prima di entrare!

Il libretto di risparmio al portatore: 31 dicembre 2018

Qualcuno di noi avrebbe immaginato che, a causa della legge antiriciclaggio, i libretti di risparmio al portatore fossero andati in pensione e divenuti addirittura fuorilegge?

I farmaci equivalenti

Qualcuno avrebbe immaginato che, nel giro di 10 anni, il mercato del farmaco perdesse gran parte del valore a causa dell’introduzione dei farmaci equivalenti?

Concludendo…

Prima di fare un acquisto fisico pensiamo anche a come il sistema potrebbe evolvere impattando sul settore di riferimento.

Chiediamoci inoltre:

  • Come posso facilitare, agevolare, il pagamento in farmacia?
  • Come ridurre ed ottimizzare il tempo di ogni transazione al banco?
  • Dove recuperare due-tre secondi a transazione a monte per avere un efficienza maggiore?

Poi, ad ognuno di noi libera scelta di spendere in “cose” o in “persone”, ma poi non diciamo in giro che “nessuno ce l’aveva detto”.

Un libro per approfondire:

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Alfonso Di Stasio
Alfonso Di Stasio
Founder di FarmaciaVirtuale.it, negli anni ho sviluppato competenze in ambito farmaceutico retail, con particolare attenzione agli aspetti operativi e gestionali della farmacia. A distanza di alcuni anni dalla laurea in farmacia, ho perfezionato la mia carriera con gli studi in Scienze della comunicazione. Oggi sono Pharma communication specialist e aiuto aziende e stakeholder del pharma a comunicare ai rispettivi target di riferimento.

4 COMMENTI

  1. Va bè scherzi a parte, presumo che in quel caso le aziende produttrici di casse automatiche dovrebbero installare dei componenti che possano acquisire le varie carte elettroniche per i pagamenti. Un pò come il bancomat, a quel punto le casse possono essere rivolte (finalmente) anche verso il pubblico.

    • A mio avviso rivolgerla verso il pubblico è un ulteriore grave errore perché porterebbe via un ulteriore pezzetto di relazione tra farmacista e paziente. Ogni occasione infatti è utile per poter instaurare una relazione.

      Infondo, se ci pensi, a nessuno importa della relazione tra farmacista e paziente. Ne tantomeno chi produce e vende casse automatiche.

      Se ci fai caso infatti queste casse sono state installate in primis nella grande distribuzione, luogo in cui la relazione è pari a zero.

      Poi ovviamente, come le tante cose – negative – che la farmacia negli anni ha “copiato” dalla GDO… anche di questa se ne è fatta propria.

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