Acidi in cosmetica e paure

La parola acido ha sempre avuto nell’immaginario collettivo un’accezione negativa, le molecole descritte con questa parola sono generalmente considerate come un qualcosa da evitare e di cui avere paura. In cosmetica gli acidi sono estremamente diffusi, hanno diversi utilizzi e spesso, ma non sempre, appartengono alla classe degli esfolianti. La prima precisazione da fare è che quando si parla di acidi non per forza ci si riferisce a degli esfolianti: ad esempio, il tanto inflazionato acido ialuronico non è esfoliante, non “brucia la pelle”, può essere utilizzato al sole perché non ha alcun effetto fotosensibilizzante; l’unica tipologia di reattività che può avere è quella soggettiva e personale della persona che lo applica. La seconda precisazione da fare – e questa invece riguarda proprio gli esfolianti –, è che è di fondamentale importanza il ph delle soluzioni contenenti le molecole in questione: è necessario rimanere intorno a valori di ph 2-3 per non avere effetti aggressivi e vere e proprie bruciature, quindi rispettare sempre indicazioni di applicazione e tempi di posa forniti dai formulatori. Da qui, capiamo l’importanza di ricevere un consiglio mirato da un professionista esperto che possa permetterci di usufruire di queste fantastiche molecole senza paura e ottenendo il massimo risultato.

Per comprendere meglio il perché queste molecole sono così fantastiche partiamo dall’epidermide, lo strato più esterno della pelle, formato a sua volta da strati di cellule che germinano a livello basale, il più profondo, e maturano via via che risalgono fino ad arrivare alla superficie, dove perdono la loro funzione e muoiono. In una situazione ottimale questo processo dura 21 giorni, ma mano a mano che l’individuo invecchia ed è soggetto a tutti i fattori esterni il tempo necessario all’intero turnover cellulare aumenta molto. Il modo per avere sempre un buon ritmo di rinnovamento cellulare – quindi cellule non troppo vecchie da sfoggiare all’esterno – è l’esfoliazione, che consiste nel togliere frequentemente le cellule dello strato più esterno in modo da stimolare la rapida replicazione cellulare e tenere questo ritmo sempre sostenuto. L’esfoliazione può essere di vario tipo ma quella che tratteremo oggi è quella ottenuta mediante acidi, che è sicuramente la più efficace, e – grazie alla varietà di molecole a disposizione – la più versatile in relazione ai vari tipi di pelle.

La pelle ottenuta con l’accelerazione del rinnovamento cellulare è più liscia, meno pigmentata e meno segnata sia da rughe che da cicatrici, come possono essere quelle causate dall’acne; inoltre, l’utilizzo di acidi esfolianti permette un miglior assorbimento del trattamento che viene applicato dopo, in quanto si ha un’azione diretta sulle giunzioni cellulari dello strato corneo, diminuendo la coesione tra le cellule e quindi migliorando il passaggio di attivi applicati in seguito. Da qui capiamo la potenza di queste molecole che però inducono anche tanto sospetto e paura non solo nei clienti ma anche, purtroppo, in qualche collega inesperto al banco della farmacia.

Gli acidi esfolianti a uso domiciliare: alfa idrossiacidi (Aha) e beta idrossiacidi (Bha)

I primi sono idrosolubili e il loro capostipite è l’acido glicolico, una molecola molto piccola che riesce quindi a spingersi parecchio in profondità e a esfoliare molto bene anche la pelle più spessa e molto segnata. L’acido glicolico è fotosensibilizzante, quindi va usato solamente la sera seguito da una buona detersione e applicazione di crema solare il mattino seguente; non è adatto alle pelli più sensibili, se tamponato ha principalmente una funzione umettante. C’è poi l’acido mandelico, che non è fotosensibilizzante e penetra meno rispetto all’acido glicolico, si adatta bene alle pelli più delicate e con macchie. L’acido piruvico ha importanti effetti batteriostatici all’interno dei pori, si presta quindi per i casi di acne ma il suo utilizzo è controverso, in quanto causa importanti infiammazioni anche a concentrazioni basse. L’acido fitico è un forte depigmentante che viene utilizzato per ridurre le macchie, in quanto inibisce la sintesi di melanina. L’acido lattico stimola la produzione di ceramidi, può essere utilizzato nelle pelli più sensibili, secche e disidratate e anche nelle zone dove la pelle è sottile come il contorno occhi. L’ultimo degli Aha è l’acido tartarico con i suoi effetti cheratolitico, astringente e comedolitico, ottimo per pelli acneiche anche sensibili.

La classe dei beta idrossiacidi, invece, è principalmente rappresentata dal re indiscusso dei trattamenti anctiacne: l’acido salicilico, molecola liposolubile generalmente solubilizzata in alcool, ingombrante che non penetra in profondità come il glicolico ma pulisce molto bene il poro; è antinfiammatorio, non fotosensibilizzante e quindi – al contrario di quello che crede la maggior parte delle persone – può essere utilizzato anche d’estate, anche se ci si espone al sole.

Arrivati a questo punto, spero che la paura nei confronti degli acidi esfolianti sia diminuita, facendo spazio alla curiosità di provare l’esfoliante più adatto al proprio tipo di pelle, magari sotto il consiglio di qualche farmacista esperto che ci guidi in questo mare magnum.

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Amanda Tamburo
Amanda Tamburo
Farmacista che unisce la passione per la cosmetica con quella per la gestione di farmacia.

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