Alfabeto Gestionale è la rubrica di Giuseppe Salvato, commercialista “insolito” e docente di Capacità Gestionali e Relazionali presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.
Lettera D: Debiti
Fare debiti è stato sempre facile per la farmacia italiana. Prestare soldi alla farmacia era garanzia di affidabilità, basso rischio, pronto rientro o proficuo e duraturo investimento per gli istituti creditizi.
I costi convenienti (quantomeno a livello di tassi di interesse, perché sulle commissioni bancarie andrebbe fatto un approfondimento caso per caso) e la deducibilità fiscale hanno fatto propendere per un ampio utilizzo dell’indebitamento in farmacia.
Ma è sempre conveniente?
La convenienza, mi preme sottolineare, non ha a che fare solo con i costi del finanziamento e con la loro deducibilità fiscale, bensì con le strategie di bilancio in atto: trovarsi all’appuntamento con una ristrutturazione, ad esempio, con il bilancio “squilibrato” non conduce la farmacia a fare una bella figura con la propria banca e questa condizione può portare ad un diniego della richiesta o a un innalzamento dei costi ad essa correlati.
Per di più, spesso si pagano con costi comparabili ai tassi sul debito a breve termine piccoli prestiti, ma dalla durata indeterminata, come gli anticipi sulla Dcr mensile.
Chissà perché.
C’è da concludere che far di conto non è una specialità del farmacista, almeno in media.
sono un farmacista che per 35 anni ho lavorato nell’industria farmaceutica ! l’interesse nell’area OTC mi ha permesso di conoscere le farmacie di una grande area del Nord! Non capisco molto il discorso debiti delle farmacia ! Il Debito e’ correlato , se non pagato , al fallimento ! Ebbene ,in 35 anni ho visto solo due farmacie fallire , una per debiti di gioco al casino’ , , ed una per diatribe famigliari …
Credo quindi si dovrebbe parlare di investimenti che la farmacia dovrebbe fare ; Solitamente con gli utili aziendali e magari ,in qualche caso facendo richiesta al mondo bancario , che sarà ben lieto di soddisfare il cliente Farmacista ! (
Gentilissimo Dottore, nel ringraziarla per le sue precisazioni mi sovviene solo sottolineare che non intendevo soffermarmi sui fallimenti (peraltro in crescita negli ultimi anni), ma su una gestione finanziaria spesso inconsapevole da parte del farmacista, che si affida eccessivamente a soggetti esterni per la direzione e il processo decisionale della propria impresa. E ciò non ha eguali in nessuna tipologia di impresa, mi creda!
Gli investimenti, pertanto, vanno programmati e la farmacia non ha un budget. La banca sarà ben lieta di soddisfare le esigenze finanziarie, ma a che costi? Il debito, quindi, è una scelta o un effetto?
Non è un caso che, senza arrivare al fallimento, molti titolari sfiduciati rinunciano alla responsabilità della gestione e negli ultimi anni preferiscono cedere la propria azienda alle catene.
A tutto c’è un perché…