Il rischio informatico nell’era della digitalizzazione: analisi e curiosità

La digitalizzazione ha cambiato le nostre abitudini quotidiane e con esse anche le nostre attività lavorative. Prima il pc, poi l’email, poi internet e ora lo smartphone: sono alcuni tra gli strumenti indispensabili per lo svolgimento della propria attività lavorativa. Tutto ciò ha senza dubbio contribuito a rendere le attività più veloci ed economiche in termini di produttività e di ottimizzazione, ma ha anche esposto le stesse ai rischi informatici. Internet e gli strumenti informatici possono, difatti, costituire un pericolo.

Cosa è il cyber risk?

Occorre comprendere a cosa ci si riferisce quando si usa il termine “rischio informatico”. Il cyber risk consiste nella perdita di dati a causa di un furto che può avvenire mediante l’apertura di un’email di phishing o un attacco hacker più sofisticato.

Scendendo di più nel dettaglio della casistica dei cyber risk è possibile enumerare i seguenti atti dolosi:

  • accesso illegale, cioè non autorizzato, ad un sistema informatico ed ai dati in esso contenuti;
  • intercettazione di dati: danneggiamento, cancellazione, deterioramento, alterazione o soppressione di dati informatici;
  • messa in atto di sistemi di interferenza con il funzionamento di un sistema informatico mediante immissione, trasmissione, danneggiamento, cancellazione, deterioramento, alterazione o soppressione di dati informatici.

Al fine di salvaguardare gli utenti aziendali dai suddetti rischi, le compagnie assicurative hanno creato delle polizze cyber risk che tutelano la privacy e i dati digitali.

Prima dell’attivazione di tali polizze ci sono due passi fondamentali da considerare. Il primo prevede la compilazione di un questionario informatico necessario a definire il livello di sicurezza del sistema informatico da assicurare. Il secondo è la valutazione del questionario stesso, effettuata dal personale tecnico della società, mediante cui poter assegnare all’assicurato un punteggio, detto grado di rischio. Tutto ciò consente alla compagnia di procedere alla quotazione del rischio e, dunque, alla definizione dei massimali e del premio di polizza.

Le polizze cyber hanno tre livelli di copertura:

  • copertura basic: copre i danni all’hardware, i costi di ripristino della rete e della ricostruzione degli archivi informatici;
  • copertura confort: includendo la precedente, garantisce anche le perdite finanziarie;
  • copertura top: includendo le precedenti, copre i danni alle apparecchiature ed i costi per la tutela reputazionale.

A questo punto, alla domanda “è bene considerare l’idea di un’assicurazione che tuteli dal rischio informatico e dalla perdita dei dati?”, la risposta è: “decisamente sì”.

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Francesco Accorsi
Francesco Accorsi
Giurista dal 2014 nel settore giudiziale e stragiudiziale del diritto civile con una profonda dedizione alla ricerca ed all’aggiornamento professionale. Diviene nel 2020 credit collector per un’azienda leader nel settore della distribuzione dei farmaci.

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