Comunicare una gravidanza al titolare di farmacia

La preponderanza di personale femminile in farmacia porta al ripetersi molto di frequente della comunicazione di una nuova gravidanza al titolare. Negli anni di lavoro in farmacia ho visto o mi sono state raccontate le stesse dinamiche nel momento in cui il titolare viene informato della presenza di una gravidanza.


Solitamente, nelle farmacie gestite da singoli, la prima reazione che si legge in faccia al titolare è la disperazione; in un secondo momento seguono una raffica di domande: come si intendono gestire i mesi di maternità, se si farà capo all’ispettorato del lavoro perché la mansione è svolta prettamente in piedi (e inoltre nel periodo della pandemia la farmacia è stata considerata luogo di lavoro a rischio), se si prolungherà il periodo di astensione dal lavoro con l’aggiunta di ferie o periodo di aspettativa. Insomma una farmacista deve essere pronta a programmare tutto il suo periodo di maternità già da quella comunicazione, anche se per lei è il primo figlio e quindi non si rende assolutamente conto di come andranno le cose nei mesi a seguire e soprattutto dopo la nascita di suo figlio. Niente a che vedere con il farmacista maschio che, comunicando che diventerà papà, riceverà subito delle congratulazioni e magari anche qualche lezione bonaria di genitorialità.

Personalmente ho dato comunicazione della mia gravidanza mentre lavoravo in una farmacia gestita da una multinazionale e devo dire che non ho vissuto niente di ciò che avevo visto o sentito nella farmacia gestita da singolo. Il mio direttore del tempo si mostrò molto felice per la lieta notizia, diede subito comunicazione ai suoi superiori e da lì cominciò uno scambio di mail con l’ufficio del personale per attivare da subito la maternità anticipata per luogo di lavoro a rischio. Questa corrispondenza è continuata poi anche in seguito, quando dall’ufficio del personale mi ricordavano di fornire nuovi documenti con il progredire del periodo di maternità, fino alla comunicazione di un regalo, un buono da spendere in farmacia per prodotti per l’infanzia.


Insomma una realtà completamente diversa rispetto a quella descritta sopra; sicuramente non ho avuto l’ansia, che mi hanno raccontato di avere alcune mie colleghe, di andare in ufficio o fare una chiamata al titolare per comunicare la lieta notizia, che forse per qualcuno così lieta non è.


Penso che in altri ambiti lavorativi non sia tanto diverso da quanto raccontato qui, con questo non voglio schierarmi contro i titolari di una qualche attività, immagino le difficoltà collegate a una dipendente in maternità; penso solamente che la gestione della maternità vada rivista per togliere la disperazione dal viso dei titolari e l’ansia dal viso delle dipendenti.

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Amanda Tamburo
Amanda Tamburo
Farmacista che unisce la passione per la cosmetica con quella per la gestione di farmacia.

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