Pgeu: il farmacista come figura centrale per il paziente oncologico

Il Pharmaceutical group of european union (Pgeu) continua a svolgere un ruolo fondamentale come portavoce di tutta la comunità dei farmacisti territoriali d’Europa. L’eccellente Position paper sulla lotta al cancro pubblicato nel dicembre 2020 pone la farmacia territoriale in una direzione ormai univoca: i futuri progetti inerenti la farmacia dovranno essere tali da rafforzare il ruolo del farmacista in tutte le fasi della malattia oncologica (prevenzione, diagnosi precoce, trattamento e miglioramento della qualità di vita del paziente). Tra i numerosi argomenti trattati e analizzati nel documento, sono due quelli che hanno subito attirato la mia attenzione, due temi molto “caldi” anche in Italia.

Il primo è il tema dei vaccini. Il farmacista non solo promuove l’educazione alla vaccinazione, dispensa vaccini e ne fornisce consulenza, ma negli ultimi anni in molti paesi europei svolge un’attività centrale in quanto somministra egli stesso vaccini come servizio complementare ai servizi di vaccinazione già esistenti. Il dott. Roberto Tobia, delegato della Presidenza nazionale di Federfarma all’Assemblea generale del Pgeu, sottolinea come le farmacie in Italia siano una risorsa del Servizio sanitario nazionale poco utilizzata nelle campagne vaccinali in quanto bloccate dal Regio Decreto 1934 che ne impedisce l’atto.

“In Europa – continua il Dott. Tobia – il tasso di copertura vaccinale risulta notevolmente aumentato dove sono state messe in atto opere da parte del farmacista”. In 14 paesi europei su 28 la vaccinazione da parte del farmacista in farmacia è approvata, non solo per quel che riguarda la campagna antinfluenzale, ma anche per i vaccini che possono svolgere un ruolo fondamentale in ambito di prevenzione oncologica, come quelli contro l’epatite B e il papilloma virus.

Il secondo tema è rappresentato dall’importanza di poter dispensare quanto prima in farmacia tutti quei farmaci per la terapia oncologica che il paziente può autosomministrarsi a casa, in particolare la chemioterapia orale e alcuni farmaci biotecnologici con somministrazione sottocutanea. La dispensazione di questi farmaci potrebbe apportare numerosi benefici sia per il paziente che per i vari sistemi sanitari nazionali: poter distribuire questi farmaci direttamente ai pazienti in maniera capillare consentirebbe minori spostamenti e minori attese. Secondo uno studio portoghese, un viaggio all’ospedale per il paziente costa in media 14.30 euro e 5 ore e 27 minuti di tempo totale impiegato, tutto moltiplicato per circa 8 spostamenti in ospedale all’anno.

Ancora oggi vediamo che in alcuni paesi europei questi farmaci non sono accessibili ai pazienti attraverso le loro farmacie e l’Italia, purtroppo, è presente in questa lista. In altri paesi europei, oltre a essere consentita la dispensazione di questi farmaci, vi è una serie di servizi già attivi che consentono di far acquisire al farmacista un ruolo di rilievo in ambito oncologico. Sottolineo, in particolare, il progetto di screening farmacogenomico avviato nei Paesi Bassi, che permette al farmacista, dopo un’adeguata formazione, di effettuare test di farmacogenomica (PGx), analizzare i risultati e contribuire al miglioramento e cambiamento delle farmacoterapia insieme ad altre figure dell’assistenza sanitaria. Ciò ha portato ad aggiustamenti della dose e cambiamenti della terapia da parte del farmacista stesso. Lo reputo un progetto geniale, innovativo e importante per riqualificare la nostra professione!

I Paesi Bassi dimostrano di essere un paese all’avanguardia in questo programma di assistenza primaria ai malati oncologici: il Knmp, in inglese Royal dutch pharmacists association, ha sviluppato strumenti di monitoraggio delle interazioni fra farmaci oncologici e altri farmaci e database che sono stati integrati ai software delle farmacie territoriali, così da consentire al farmacista di porre attenzione alle interazioni ad alto rischio al fine di proporre un’assistenza primaria più specifica e personalizzata.

Anche l’Italia sta pian piano muovendo passi verso progetti di farmacovigilanza. L’Emilia Romagna ha aderito a un progetto di livello multiregionale denominato Vigirete, coordinato dal Centro regionale di farmacovigilanza del Veneto, sottoscritto con l’Agenzia italiana del farmaco. Il progetto si pone come obiettivo primario quello di creare una rete di farmacie territoriali esperte e attive nel campo della farmacovigilanza, con lo scopo di segnalare sospette reazioni avverse, sensibilizzare il cittadino sull’importanza della segnalazione spontanea, fornire chiarimenti riguardo temi spinosi, per esempio triangolo nero sulle confezioni dei farmaci biotecnologici o farmaci durante la gravidanza, consolidare il rapporto fra cittadino e farmacista.

Infine, reputo rilevante il programma per il controllo del cancro attuato in Irlanda che considera la formazione e la preparazione del farmacista territoriale basilari e sostanziali. In particolare, è stato sviluppato un Quadro delle competenze per migliorare lo sviluppo e l’offerta di formazione per i farmacisti che lavorano nella cura del cancro.

In Italia, il corso di Farmacia oncologica – Scuola di alta formazione per il consiglio e l’assistenza multidisciplinare al paziente deospedalizzato rappresenta il fiore all’occhiello per la formazione del farmacista in ambito oncologico. In particolare, il lavoro di formazione svolto così egregiamente ha fatto sì che nel 2019 la figura del farmacista fosse inserita in “OncoCare – networking in oncologia” come un punto di riferimento per il paziente sul territorio e per la gestione delle criticità.

La farmacia italiana rappresenta un avamposto nella primary care del cittadino: in piena emergenza sanitaria le nostre mansioni sono cambiate completamente e il nostro lavoro è stato rivoluzionato, ma non ci siamo tirati indietro, anzi ci siamo messi a completa disposizione per la popolazione. Ora chiediamo di poter essere coinvolti in tutti i progetti inerenti la salute del cittadino, rimettendo al centro del programma ovviamente il farmaco.

3,7 milioni di nuovi pazienti che ogni anno si ammalano di cancro e 199 miliardi di euro i soldi utilizzati per le terapie antitumorali: questi fattori fanno sì che l’attenzione verso i servizi oncologici sia in costante crescita e questa volta non possiamo farci trovare impreparati.

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Gian Maria Rossi
Gian Maria Rossi
Ruolo: mediano all’interno della farmacia. Mi piace essere multidisciplinare, preciso e tecnico. Sin dal primo giorno di lavoro ho cercato di dare tutto me stesso in questa professione, con impegno e dedizione. Appassionato di legislazione e brevettistica farmaceutiche. Presidente Agifar Romagna e Revisore dei Conti dell'Ordine dei Farmacisti di Forlì-Cesena.

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