Competenze trasversali: le skills del farmacista 2.0

La professionalità non è un criterio di scelta.

Quando lessi la prima volta questa frase in uno studio che analizzava i criteri di scelta del paziente/cliente tra le farmacie, fu un duro colpo.

Anni di studio china su testi pesanti come macigni, di lezioni in affascinanti aule universitarie decorate da tavole periodiche e modelli plastici di organi e apparati e ore a respirare odori intensi in laboratorio, mi avevano illusa che studiare, prepararmi e ricordare tutto quello che lì avrei imparato sarebbe stato garanzia di riuscita professionale.

Invece no.

La percezione dell’utente, che ben presto avrei imparato a riconoscere come unica metrica valida nella valutazione di una performance, non tiene conto della preparazione e di tutto ciò che viene incluso nella definizione di “professionalità”.

O meglio, diventa fattore di scelta solo se viene a mancare. La professionalità è, semplicisticamente, la base su cui costruire il professionista, persona che può distinguersi dal collega e al contempo distinguere la propria dalle altre l’attività in cui lavora.

Nella suddetta distinzione intervengono quelle che, tra chi conosce le lingue e sa come gira il mondo, vengono classificate nel termine soft skills.

Per chi, come me, mastica solo italiano e farmacia, si tratta di una serie di competenze trasversali richieste a molte figure professionali incluso il farmacista che spaziano dal campo della gestione del gruppo di lavoro a competenze meramente comunicative e interpersonali.

Quello che un tempo era considerato propensione personale, indole, inclinazione individuale e lasciato per questo a una sorta di sensibilità opinabile, è oggi ampiamente riconosciuto e codificato al fine di garantire la migliore relazione interpersonale possibile tra componenti del team di lavoro e tra questi e l’utenza.

Riconoscere la necessità di formarsi e di formare i propri collaboratori in materia di comunicazione efficace ed assertiva, ascolto empatico, risoluzione di problemi (o problem solving che dir si voglia), gestione del tempo, financo pazienza, è il primo passo per aumentare la consapevolezza che padroneggiare queste tecniche può realmente fare la differenza tra un farmacista e un altro e di conseguenza tra una farmacia e l’altra.

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Giuseppina Amato
Giuseppina Amato
Farmacista dal 2007, esercita la professione dividendosi tra il banco e il retro-banco della farmacia di famiglia, occupandosi di relazioni sia col pubblico sia con fornitori di prodotti e servizi. Ha coniugato la passione per le parole e per la comunicazione con l’attività lavorativa, pensando ad un modo nuovo ed assolutamente personale di intendere la professione. Ha sviluppato progetti legati a maternità e prima infanzia che caratterizzano oggi la sua attività.

2 COMMENTI

  1. Basterebbe riflettere sul tuo ultimo pensiero per capire che i concetti accennati non li ha imparati alla facoltà di farmacia ! Io ricordo che uscii dall ‘università con 108, ma alle prime domande di un paziente se erano giuste le sue ldl e le .HDL , risposi che dovevo chiedere al titolar …..conoscevo solo colesterolo e trigliceridi ! Mi riscattai quando arrivò il primo cliente inglese e gli chiesi quale tipo di tosse avesse , spiegando se era secca, con espettorato con fischi e sibili….Quindi “ professionalità “ intesa come conoscenze e competenze sono la base, vengono in progressione la capacità di comunicare, di ascoltare, di conoscere bene il territorio di appartenenze ( asl, ospedali, case di cura, rsa, specialisti ,come raggiungerli per essere utili ai pazienti nei percorsi diagnostico terapeutici ecc ! Ora e’ necessario gestire gli esami clinici e strumentali da fare in farmacia e i servizi che si e’ pensato introdurre ( infermiera, agopuntura, servizi a domicilio ( bagno pedicure, parrucchiera ) …E non basterà ancora ! pian piano tutte le farmacie impareranno…il valore aggiunto per me sarà sempre quello della capacità di coinvolgere i pazienti al “ loro farmacista ,e a specializzare i collaboratori nelle grandi aree terapeutiche :: Cosmetica, dietologia e nutraceutica, farmacista clinico ( per le grandi patologie croniche ed esperto di interazioni ‘, Specialista con le attenzioni per bambini gravidanze e anziani, Da queste specializzazioni nasceranno anche le forme di incentivazione , con un 40 % uguale per tutti ed il 60 differenziato con le provvigioni che ognuno saprà guadagnarsi dal suo settore .

  2. Il long life learning può fare la differenza e aumentare l’autorevolezza de professionista. La consapevolezza è il primo passo e parte anche da confronti come questo. Trasferire questa esigenza al collaboratore oltre che al titolare sarà la vera sfida. E noi ci prepariamo a percorrerla

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